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Ciao,sono Boston

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Ciao, sono Boston.
Sono nato il giorno 1 marzo 2016. Sono stato tolto dalla mia mamma all’età di 15 giorni, perché purtroppo aveva un tumore alle mammelle e non mi poteva allattare, quindi già da piccolo ho imparato a bere dal biberon.
Sono l’ultimo cagnolino di una numerosa cucciolata.
Un pomeriggio vennero nella mia casetta una signora con due bimbi. Ero spaventato, non sapevo cosa stava per succedere.
La bimba indicò proprio me…
La donna mi prese e mi consegnò a lei. Incominciò a piangere, facendomi sentire il suo singhiozzo.
Poco dopo arrivammo in quella che sarebbe stata la mia nuova casa. Ero felicissimo, ma anche un po’ spaventato.
La mia padroncina mi costruì una cuccia caldissima. Non sapevo ancora camminare e Bianca mi doveva aiutare a fare tutto.
Ora ho un anno e sono diventato grande, un meraviglioso pitbull marroncino con un cuore di pelo bianco sul petto. Sono sempre più monello e birichino.
Il giorno del mio compleanno l’ho festeggiato con la mia fidanzata Aky e siamo andati a Dogland, un parco divertimenti per cani. Ho mangiato di tutto addirittura il cibo degli altri cani. Mi divertivo a strapparglielo di bocca, facendo arrabbiare Bianca.
Ma bastava che scodinzolassi e lei con un sorriso mi perdonava e mi abbracciava.
Per fortuna la mia padroncina non sa alzare le mani!Meglio per me!
Il giorno del mio compleanno c’era un ragazzo che alzava le mani al suo bellissimo pincer di soli 8 mesi ed io non ho potuto far nulla per impedirglielo.
Il giorno dopo il mio compleanno fui rimproverato per la prima volta da Bianca così severamente che mi è rimasto impresso nella mia mente. L’avevo combinata grossa!
Bianca e la sua famiglia erano usciti di casa per fare delle commissioni e avevano lasciato sul tavolo una deliziosa torta con crema e panna.
Aspettai che andassero via per catapultarmi sulla torta e divorarla in un sol boccone.
Dopo averla mangiata, mi pentii di quello che avevo fatto.
Bianca, al rientro, trovò pezzi di torta e panna sparsi per tutta la casa, persino sul letto matrimoniale e sulle pareti.
Mi lanciò un urlo che mi spaventai talmente tanto che rimasi paralizzato per circa 10 minuti.
Bianca non mi porse una carezza per almeno due settimane.
Non riuscivo più a trovare pace, mi mancavano troppo le sue coccole e le sue passeggiate.
Ero talmente triste, che una mattina le chiesi scusa mettendomi a piangere facendola commuovere.
Avevo capito lo sbaglio e avevo ritrovato l’amore e la serenità.


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